Nello strutturato
romanzo "Pazze di libertà", l'Autrice Silvia Meconcelli, rivela
dichiarate e intrinseche capacità di forza descrittiva e di narrazione. Nello
spessore del soggetto, i dialoghi, a volte diretti e crudi, bene evocano il
difficile periodo storico in cui si svolge il racconto dove Maria, la
protagonista, emerge prepotentemente in tutta la sua caratterizzazione, in
tutta quella forza di donna dagli "occhi verdi sottobosco" nella
tenace voglia di lottare per la vita e la libertà.
(motivazioni secondo posto inedito premio letterario Residenze Gregoriane 2017)
In queste poche righe di motivazioni c’è tanto, tanto di me.
Basta così poco per chiudere dentro ad un piccolo cerchio un grande insieme di
significati. A volte proprio chi non ti conosce e non ha “pre-giudizi” riesce meglio
a interpretare le tue intenzioni e le tue emozioni, perché ti ascolta (o ti
legge) per quello che vuoi dire veramente.
Eccola Maria dagli occhi verdi sottobosco
che lotta per la vita e per la libertà!
Maria emerge prepotentemente grazie ai “dialoghi, a volte diretti e crudi”… poche parole ma dense di significato
per me, che sono sempre stata “accusata” di parlare troppo direttamente agli
occhi della gente, di essere troppo cruda, scomoda, inopportuna, inappropriata.
Quanti pianti all’idea che ero stata troppo grezza, quante
giustificazioni per spiegare che non avrei voluto essere così pungente, brusca,
sgradevole, che ero in buona fede, che era solo il mio modo di essere.
Giudizi implacabili che non lasciano scampo. Ero aspra e
lo sarò per sempre, per qualcuno.
Ma la mia incapacità di esprimermi a voce emerge ora nella
forza descrittiva delle mie parole scritte e i dialoghi a volte diretti e crudi sono oggi apprezzati, graditi, non più aspri
e ruvidi.
Anche il sapore che ho in bocca adesso non è più amaro, è un gusto dolciastro che rimane a lungo.
Parole al vento, che si fermano ora su un foglio bianco.