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lunedì 11 gennaio 2016

L'albero

Una mia cara amica mi ha fatto un bel regalo di natale. Il libro dal titolo “L’albero“ di Shel Silverstein.  In realtà il libro lo ha regalato ai miei bambini, ma sento che lo ha regalato anche a me, come del resto ho fatto io quando ho regalato alla sua bimba "Piccolo Blu Piccolo Giallo" di Leo Lionni oppure i libri illustrati di "Ernest e Celestine" di Gabrielle Vincent. Tutti libri che parlano di amicizia incondizionata, che sono commoventi e toccanti, forse proprio perché l’amicizia assoluta e senza riserve è rara. 
 
 
“L’albero“ parla di una storia di amicizia tra un bambino ed un albero. Insieme trascorrono dei momenti indimenticabili, il bambino va a visitarlo tutti i giorni, si dondola sui suoi rami, raccoglie le sue foglie e mangia i suoi frutti e l’albero è sempre felice. Poi però il bambino cresce e non si accontenta più di giocare. Vuole altre cose, vuole una compagna, vuole dei soldi, vuole costruirsi una casa e l’albero gli rimane accanto in tutte le tappe della sua vita, prima dandogli i suoi frutti da vendere al mercato, poi i suoi rami per costruire una casa, poi il suo tronco per costruire una barca, finché non rimane un ceppo solitario. L’albero però è infinitamente generoso ed ogni volta che gli regala qualcosa di sé stesso è felice. Alla fine della sua vita, quando il ragazzo è ormai un vecchio, torna di nuovo a trovare il suo amico albero e lui, nonostante sia spoglio di tutto e incapace di donare altro, è felice di poter bastare all'anziano come semplice panchina su cui riposare.
Ho la pelle d’oca. Questa è un’opera incredibile, potente, che emoziona. Il rapporto fra l’albero e il bambino resiste nel tempo grazie alla capacità straordinaria dell’albero di amare l’amico per quello che è, senza chiedere nulla in cambio. E’ un inno alla totale accettazione dell’altra persona, la regola che dovrebbe essere alla base dell’amicizia.
Cara amica, ti dico che io ho avuto bisogno di staccarmi da te per diventare un albero, per provarci almeno. Sento di esserti stata accanto tanto, ti ho dato tutta me stessa, anche nei pensieri. Il mio problema era che chiedevo troppo in cambio, esigevo tanto, reclamavo attenzione. Mi ritrovavo ad aspettare un certo comportamento. Mi ritrovavo ad essere condizionata nelle mie decisioni, ad attendere un tuo giudizio, una tua conferma, una tua opinione. Non stavo più bene. Ne soffrivo. Ho avuto bisogno di spezzare quel legame per ricostruirlo uno nuovo, vero. Ho avuto bisogno prima di far crescere il mio tronco, i miei rami, le mie foglie e i miei frutti. Di credere prima in me stessa, per creare poi le basi di una amicizia diversa, nuova, che fosse svincolata da ogni obbligo, dovere. Che fosse libera di essere semplice e sincera, assoluta e incondizionata, che fosse capace di donare senza chiedere nulla in cambio.

Grazie di avermi fatto questo regalo e di avermi dato lo spunto per raccontarti queste cose.




 

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